Buongiorno all’accoglienza diffusa. Sono d’accordo con renziani e piddini assortiti, che ogni giorno, propongono questa soluzione per le “risorse” che arrivano ogni giorno in Italia. Mi sembra una cosa giusta a ragionevole.
Non capisco però cosa c’entrino i comuni. I sindaci sono eletti dai cittadini e gran parte dei cittadini che li hanno votati non vogliono saperne di ospitare e mantenere, con la regola del tre per mille, decine o centinaia di africani accolti da un governo che nessuno di loro ha votato.
L’onore ed il grande privilegio di ospitare le “risorse”, alias immigrati, dovrebbe essere riservato SOLO A CHI CONDIVIDE il piano del governo.
Sono necessari uno schiaffo all’Europa ed un grande atto di amore e pertanto ogni tesserato del PD dovrebbe essere lieto di dare il suo apporto ad un vero piano di accoglienza diffusa, ospitando nella sua casa un numero di “risorse”, stabilito dal presidente del partito in accordo con il ministro dell’interno.
Potrà essere solo esentata la “TESSERA NUMERO UNO” del PD, quella di Carlo De Benedetti, sempre distratto da faccende di altro tipo.
Ma scendiamo nei dettagli: la provincia di Torino, per esempio, dispone oggi di 4900 tesserati del vetusto partito. (Erano fino all’anno scorso 7900, ma il transito della bella coppia Renzi&Boschi li ha non poco decurtati).
Se ogni tesserato ospitasse in casa sua cinque immigrati, nella sola ex provincia di Torino potrebbero essere accolti circa 25 mila migranti.
Se fosse necessaria un’aliquota maggiore, per esempio quella di dieci africani per ogni compagno, la cifra degli accolti nelle abitazioni dei tesserati, potrebbe salire addirittura a 49mila.
Su scala nazionale, prendendo in considerazione l’aliquota minore, che è quella dei cinque immigrati per ogni piddino, visto che le tessere del PD sono in tutta Italia quasi 400 mila, il nostro paese potrebbe accogliere ben due milioni di “risorse”. Che potrebbero essere destinate in gran parte alle regioni rosse di Toscana ed Emilia Romagna, che sono quelle più idonee, perché più ricche di tesserati del PD.
Una lacrima di gioia potrebbe in questo caso scendere dagli occhi sulle gote di papa Francesco e del suo portaborse mons. Galantino.