Un’inchiesta di ordinaria follia sulle morti di Stato. Un monologo a venti voci, una farsa tragicomica, uno spettacolo di teatro civile sul sistema e sui cittadini al di sopra di nessun sospetto, in bilico fra satira e poesia, denuncia e intrattenimento, teatro comico e teatro di parola. Un’indagine basata su fatti, testimonianze e atti processuali dell’omicidio di Giuseppe Pinelli ferroviere anarchico, ucciso innocente nei locali della questura di Milano la notte del 15 dicembre del 1969.
Il tutto è condito dall‘ironia surreale di Massimiliano Loizzi che perdura per tutto lo spettacolo, capace di rendere comici anche i momenti più drammatici, e rendendo così meno pesanti gli insoluti casi dell’ingiustizia italiana.
La compagnia dei Mercanti di Storie è un consorzio di artisti e musicisti indipendenti diretta da Massimiliano Loizzi (lavora tra gli altri con Antonio Latella, Paolo Rossi, Tullio Solenghi, Gabriele Lavia, Andrea DeRosa, PierPaolo Sepe; è protagonista de Il Terzo Segreto di Satira) e Patrizia Gandini, che lavora nell’ambito della ricerca teatrale e musicale per la presenza di un Teatro Popolare d’Arte per Tutti: d’intrattenimento e riflessione, di satira, poetico e musicale.
La critica parla di un lavoro meticoloso sotto ogni aspetto che diviene prova d’attore, riuscendo anche a far emergere una personalissima scrittura… il racconto diviene presa in giro, la denuncia incazzatura, la rabbia emozione.
Loizzi è farsesco quando interpreta l’avvocato dello Stato che parla di “suicidio pinguinico”, Tagliente quando accusa i carabinieri di organizzare festini hawaiani nelle sale della questura, Comico nei panni del giornalista fuori dal tribunale. Le risate si spengono solo quando entra in aula Giuseppe Pinelli a raccontare la sua versione dei fatti.
Uno spettacolo sferzante, aggressivo, dai toni a tratti irriverenti… che non può certo lasciare indifferenti, che spinge quasi con violenza a prendere parte in uno dei processi più discussi della storia della repubblica.