Uno sguardo ai numeri rivela che il 2015 è il secondo anno più letale mai registrato nel campo del terrorismo, secondo i punteggi GTI dell' Istituto di Economia e della Pace. La statistica è stata effettuata attraverso la misurazione dell' impatto del terrorismo in base al numero di attacchi terroristici, di incidenti mortali da questi attacchi, delle lesioni ed i danni materiali. Per tener conto degli effetti duraturi del terrorismo, ad ogni Paese viene assegnato un punteggio che rappresenta una media ponderata di cinque anni.
Iraq, Nigeria, l'Afghanistan, il Pakistan e la Siria rimangono i cinque Paesi più colpiti dal terrorismo, seguiti da Yemen, Somalia, India, Egitto e Libia. Tuttavia, anche se sono ancora nella top five, Iraq, Nigeria e Pakistan hanno registrato miglioramenti sostanziali.
Prodotto annualmente dall' Istituto di Economia e della Pace, il Global Terrorism Index (GTI) analizza e studia l'impatto diretto e indiretto del terrorismo su 163 Paesi.
L'indice prende in esame le condizioni in cui si verifica il terrorismo, le tendenze di lungo periodo ed i driver geopolitici, così come gli obiettivi ideologici e le strategie impiegate dai terroristi. Questi fattori sono stati misurati nel corso degli ultimi 16 anni, con l'intento di approfondire la comprensione collettiva di come avviene questa forma di violenza.
I risultati di quest'anno presentano una giustapposizione delle dinamiche del terrorismo nella società moderna. Da un lato, essi mostrano una flessione del 10% (rispetto al 2014) del numero di decessi attribuiti agli incidenti terroristici (il primo calo dal 2010). D'altra parte, il punteggio complessivo dell'indice di quest'anno si è deteriorato del 6%, a causa del fatto che molti Paesi stanno sperimentando livelli record di terrorismo.
La diminuzione della mortalità può essere attribuita agli interventi militari contro ISIS e Boko Haram nelle loro aree principali di Iraq, Nigeria e Iraq (queste aree hanno visto una riduzione del 32% dei decessi) ma, siccome la portata di questi gruppi terroristici si diffonde, si osserva tuttavia che la Francia, l'Arabia Saudita e la Tunisia sperimentano i loro livelli più alti di terrorismo dal 2000.
I Paesi OCSE nel 2015 hanno visto un aumento delle morti per terrorismo. Questo segue l'andamento del numero di attacchi proditori negli ultimi sei anni. Negli anni precedenti, il numero di morti per attacchi erano rimasti bassi, tuttavia c'è stato un forte picco nel 2015 (salto a 577 decessi, da 77 nel 2014: un aumento del 650%). Ciò ha comportato che 21 dei 34 Paesi OCSE hanno registrato almeno un attacco terroristico.
E' allarmante che questi dati non mostrano alcun segno di cedimento, con 482 decessi segnalati nei paesi OCSE nei primi sette mesi del 2016.
Che cosa sta guidando queste attività terroristiche? L'analisi mostra che, all'interno dei Paesi OCSE, i fattori socio-economici come la disoccupazione giovanile, i livelli di criminalità, l'accesso alle armi e la sfiducia nel processo elettorale sono i fattori statisticamente più significativi. Nei Paesi in via di sviluppo questi fattori sono presenti per una lunga storia di conflitti, con livelli altissimi di corruzione e di forti disuguaglianze tra i gruppi sociali.
È importante sottolineare che il 93% di tutti gli attacchi terroristici tra il 1989 e il 2014 si è verificato in Paesi con alti livelli di terrorismo sponsorizzato dallo Stato, che includono l'uccisione extragiudiziale, la tortura e la detenzione senza processo relativamente a Paesi non appartenenti all'OCSE. Allo stesso modo, oltre il 90% di tutti gli incidenti terroristici si è verificato nei Paesi impegnati in un conflitto interno o internazionale. Questo significa che solo lo 0,5% degli attacchi terroristici si è verificato in Paesi che non soffrono di un conflitto o di terrore politico. Ciò sottolinea lo stretto legame tra terrorismo ed i conflitti in corso, con forti proteste e violenza politica.
Sulla base di una metodologia istituita presso l'Istituto di Economia e della Pace, l'impatto economico globale del terrorismo ha raggiunto il suo livello più alto nel 2014 ed è rimasto elevato nel 2015, con un costo per l'economia di un totale di 89.6 miliardi di dollari. La riduzione del 15% sul 2014 è un riflesso del calo complessivo del numero di persone uccise dal terrorismo.