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Referendum costituzionale. Si o NO?
Chiusi i seggi. Le previsioni comparate tendono al NO
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Da venti minuti le urne sono chiuse e si sta attendendo l’esito del risultato. Dapprima in sordina, ma venerdì pomeriggio i contendenti dei due schieramenti, con Renzi in testa si sono spinti a dichiarare che il risultato avrebbe potuto essere di misura, senza sbilanciamenti  eclatanti a favore di un’indicazione ampiamente maggioritaria.

Invece da un’anticipazione comparata con le previsione e i sondaggi il NO è decisamente in vantaggio rispetto ai SI (54 a 42).

Restiamo in attesa dell’unico risultato certo. Quello indicato dagli elettori.

E’ stata una campagna elettorale estenuante e, come abbiamo già avuto modo di scrivere in più di una occasione, la maggior parte dei politici a partire dal presidente del consiglio, hanno voluto ingigantire rischi non obiettivi, in caso di vittoria dello schieramento  avverso.

Negli ultimi giorni si sono diffuse voci di vistose irregolarità nei seggi all’estero e nella trasmissione delle schede a Roma. Poi nel corso del voto si è scatenato il tormentone delle matite copiative. Temiamo invece irregolarità a causa della stupidità e incompetenza di scrutatori e presidenti di seggio.

Ci vengono segnalati, almeno a Torino, più casi di scrutatori incompetenti che, prima ancora delle operazioni di spoglio, incespicano nell’ignoranza delle procedure e forniscono indicazioni errate agli elettori.

In particolare ci informano che al seggio 226 la tenutaria del registro delle donne, non sia assolutamente in grado di riportare sul registro gli estremi dei documenti personali, causando code e disagi a svantaggio dell’elettorato femminile.

Il presidente o facente funzione dello stesso seggio, in più occasioni non avrebbe presidiato l’urna nel momento in cui l’elettore sta depositando la scheda.

Ma con quale criterio e valutazione è stato scelto il personale che dovrebbe svolgere un incarico così delicato?

Riteniamo utile, soprattutto per coloro che si cimenteranno a seguire gli scrutini in tv, indicare la portata delle conseguenze del voto, partendo dai singoli aspetti.  

La Costituzione della Repubblica italiana, che almeno sino a quest’ora risulta pienamente operante, approvata nel 1947 é entrata in vigore l'anno successivo ed è composta da 139 articoli e relativi commi.

Bicameralismo perfetto addio

La riforma costituzionale oggetto del referendum, quale principale modifica, introduce il superamento del bicameralismo paritario (o “perfetto”) che vige oggi in Italia. In altre parole, Camera dei deputati e Senato hanno oggi gli stessi compiti e gli stessi poteri.

Con l’approvazione della riforma, invece, le funzioni del Senato verrebbero fortemente ridotte e la sola Camera dovrebbe votare le leggi. All’azione legislativa della Camera, quale unico limite, verrebbe posta la possibilità da parte del Senato di chiedere modifiche alle nuove leggi con una votazione a maggioranza assoluta.

Come cambierebbe il Senato

Qualora vincesse il “Sì” al referendum costituzione, il numero dei senatori sarebbe fortemente ridimensionato: si passerebbe dagli attuali 315 a 100, 74 dei quali sarebbero consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 di nomina del Presidente della Repubblica.

I senatori sarebbero chiamati a votare soltanto in casi peculiari, come ad esempio per le leggi che regolano i rapporti dello Stato con gli enti territoriali. Di fatto il Senato diverrebbe un rappresentante delle istituzioni territoriali ed eserciterebbe funzione di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra lo Stato e l’Unione Europea.

Le altre riforme previste

Oltre a questi due punti, la legge costituzionale prevede la definitiva abolizione delle province (fatta eccezione per quelle autonome di Trento e Bolzano), che scompariranno come enti territoriali e verranno sostituite, almeno in parte, dalle città metropolitane.

Sarà abolito anche il CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, composto da 64 consiglieri finanziati dallo Stato che elargisce loro circa 20 milioni di euro l'anno con 5 anni di mandato.

Oggi, ricopre funzioni di consulenza e iniziativa legislativa in supporto del Governo e delle Regioni, mai prese in considerazione, almeno negli ultimi anni. Questa soppressione però non dovrebbe portare a un risparmio in quanto i dipendenti licenziati saranno presi a carico dalla Corte dei Conti. 

L’esito del voto

Non essendo previsto un quorum specifico di votanti, le sorti saranno decise dalla maggioranza. Dunque, in sostanza, se ci sono più voti “No” del “Sì”, allora la Costituzione resterà invariata mentre, al contrario, se ci sono più “Sì” del “No”, allora assisteremo a un cambiamento della stessa.

Se prevale il “Sì”

Per quanto riguarda il “Bicameralismo paritario”, il nostro Parlamento è costituito da due rami politici distinti che hanno eguali poteri, si tratta della Camera e del Senato. L'obiettivo è quello di conferire più poteri alla Camera dei Deputati.

Inoltre, se vincerà il “Sì” il numero dei parlamentari verrebbe ridotto risparmiando però solo un 20% e con il rischio che si creino dei conflitti di potere fra Stato e Regioni e fra Camera e Senato.

Se prevale il “No”

La riforma Renzi-Boschi è confusa e rischia di generare caos e disordini. Per tale ragioni diversi politici si sono schierati per il “No” definendo tutto questo come 'l'ultima colossale truffa di Renzi”. Qualcuno l'ha definita anche “fatta con i piedi” e “scritta male e praticamente illeggibile”.

Insomma, qualora vincesse il “No”, la Costituzione resterà invariata e c'è la possibilità che il Governo cada e si vada alle votazioni anticipate. Il premier Matteo Renzi, mesi fa, dichiarò infatti che qualora avesse vinto il “No” lui avrebbe lasciato la politica.

Ma l'uomo, poco tempo fa, ha ritrattato tutto perché la questione del referendum aveva assunto un altro significato per i votanti. Ma non è detto che si vada alle votazioni anticipate, tutto dipende da Renzi e soprattutto da Mattarella.

Per ora non resta che aspettare la decisione del popolo italiano. Fra poche ore lo sapremo.

Civico20 fornirà un’anticipazione qualora i dati determinino già un orientamento certo. Altrimenti attenderemo il responso finale.

 

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