MARIA ELENA BOSCHI forse non è amata dagli italiani. Nonostante provenga da una famiglia buona e caritatevole, quando il suo volto compare in TV, i nostri connazionali si precipitano sul telecomando. In una trasmissione di RAI3, dove faceva propaganda per il sì, è riuscita a battere il record del più basso ascolto di quella fascia oraria. 1,76 per cento di media di share. Provocando anche l’inevitabile licenziamento del povero conduttore.
MALA TEMPORA CURRUNT per La Stampa di Torino. Dopo avere fallito l’endorsement su Fassino, quello sulla cerbiatta dalle corna d’oro Hillary e le previsioni sulla Brexit, si poteva pensare che la redazione meditasse in silenzio per qualche tempo. Invece solo ieri è uscita con un titolo che recita: “lo schiaffo di Bruxelles all’ITALIA”, riferito alla cooptazione in un organismo UE di un funzionario inglese al posto di un italiano. Era corretto scrivere “lo schiaffo di Bruxelles a RENZI,” visto che era stato il nostro premier, e non l’Italia, a mettere l’elmetto contro la UE e che quello schiaffo era solo una prima risposta. La solita ipocrisia della busiarda.
L’EUROPA SI STA SBRICIOLANDO. Martin Schulz, soprannominato il Kapò, ha fiutato il vento ed ha fatto i bagagli rifugiandosi in Germania. Anche Juncker sente scricchiolare la sua poltrona. Indifferenti a tutto, gli euroburocrati si sono consultati tra loro e, preso atto che Trump non intende più finanziare la NATO, hanno deciso di dar vita ad un esercito europeo. Il membro (o la membra, secundum Boldry) più entusiasta del progetto è una delle ragazze del circolo renziano, la romana Federica Mogherini.
E’ stato Matteo ad infilarla nel sinedrio euroburocratico. Lei ora è in agitazione e si propone come comandante in capo del nuovo esercito europeo.
#state sereni filo-europei.
UNA VERA ACCOZZAGLIA può essere definito lo schieramento deciso a votare sì al referendum. Ci sono gli ingenui che credono alle decine di milioni che il bullo promette ad ogni località in cui fa comizi. Ne fanno parte bolsi individui ultra novantenni, come il Napolitano ed il Guzzetti, ancora avvinto alla Cariplo, e sono con loro le multinazionali e tutti i grandi enti finanziari e bancari nazionali ed internazionali. Alcune banche come quella della famiglia Boschi, si aspettano di essere liberate da Renzi dall’assedio dei clienti, altre di poter mangiare a volontà quello che resta.
Un GRANDE GUAZZABUGLIO è rappresentato nel voto per il sì dal gruppo degli amici e dei beneficiati del premier. Sono per il sì molti miliardari che non pagano tasse in Italia, come Marchionne, e gestori di ricche aziende come Farinetti e Briatore. Insieme a loro c’è un canaio (senza offesa per i cani) in cui si dibattono politicanti di ogni genere, faccendieri delle coop di Poletti e del Vaticano, ed infine tutti i voltagabbana dei partiti alfaniano e verdiniano.
NON PREOCCUPANO, visto il discredito raccolto in vicende come la Brexit e le elezioni in USA, gli endorsements di quelli che un tempo venivano definiti i grandi giornali.
C’è il rischio che il loro schierarsi per il sì abbia un effetto controproducente e porti gli elettori ad abbandonarli.
Il direttore di Libero, Vittorio Feltri dovrebbe meditare sull’Economist.
In quanto ai cosiddetti vip, (ma ce ne sono in Italia?) è facile intuire che fanno aria ai denti e non rappresentano più nessuno.