Nelle ultime settimane ho sentito sbandierare sui media la notizia del decesso di due giovani donne che, rifiutatesi di far curare il proprio male con la canonica CHEMIO TERAPIA, sono state “uccise” dal metodo Hamer!
Io non intendo fare di tutta l’erba un fascio, anche perché il mio medico di famiglia è persona veramente coscienziosa e preziosa, come pure, esistono giornalisti che credono ancora nel loro lavoro e lo svolgono con coscienza.
Leggendo di questi due decessi e dello scandalo e il clamore che stanno sollevando, mi sono chiesto: come mai per due decessi tutto questo clamore, mentre negli ospedali muoiono migliaia se non milioni (non sono uno statistico) di pazienti torturati da questo pseudo metodo? Perché ogni volta che muore un paziente “chemioterapizzato” (scusate il termine), nessuno dice niente?
Negli ultimi anni ho assistito impotente alla morte di un fratello, due zii e non ricordo quanti tra amici e amiche trattati con questa COSA, i quali dopo aver subito questa barbarie si erano ridotti a larve umane, perdendo denti, capelli, ghiandole salivarie etc, nella vana speranza che accadesse un miracolo. Ed ecco, il miracolo è accaduto, ma per notarlo bisognerebbe frugare nelle tasche oltre che nelle coscienze di qualcuno.
Allora, tornando a bomba, io mi chiedo: perché la vipera si è rivoltata?
Non sarà, per caso, che qualcuno ha avuto sentore che i cosiddetti metodi alternativi - vedi Hamer, Di Bella – funzionano veramente e bisogna proteggere gli interessi delle case farmaceutiche e di altre categorie?
Abbiamo ormai constatato che la medicina brancola ancora nel buio e dice: proviamo questo farmaco! Ma quel farmaco, oltre ad innescare tutta una serie di SERISSIME conseguenze preannunciate addirittura nei bugiardini (così hanno le spalle coperte), tendono non a guarire, ma a spostare il male da un organo all’altro; altrimenti se il paziente guarisce chi rimane da curare?
Ma la domanda che mi ossessiona è di nuovo la stessa: perché non si denunciano i milioni di decessi “curati” con la CHEMIO?
I medici che pronunciano il giuramento di Ippocrate, sono sicuri di aver compreso bene il nome del famoso terapeuta greco?
In diversi passi delle opere di Ippocrate egli insiste sull'esigenza che il medico conduca una vita regolare e riservata, non speculi sulle malattie dei pazienti ma anzi li curi gratuitamente se bisognosi, stabilisca un legame di sincerità con i malati.
Il testo più celebre che codifica l'etica medica è però il giuramento (ancor oggi in uso), in cui vengono enumerati i princìpi fondamentali che deve seguire chi esercita questa professione: diffusione responsabile del sapere, impegno a favore della vita, senso del proprio limite, rettitudine e segreto professionale.
Biagio Milano