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Forlimpopoli (FC) - Corso teorico pratico di introduzione alla spagyria
In anteprima per "Civico20" alcuni dettagli circa l'intervento del relatore Stefano Valbonesi.
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Il metodo spagyrico per preparare tinture che in questo breve scritto illustrerò vuole attenersi ad aspetti pratici ed esoterici, cercando di sollevare seppur leggermente il velo delle apparenze che maschera la nostra vita.

  

Cosciente dei miei limiti e soprattutto di quelli della parola, cercherò di usare non il linguaggio scientifico,  medico,  ma quello dei simboli e delle immagini quando mi è possibile, in modo da parlare alle anime e non esclusivamente agli intelletti che in quest'epoca sono si fortemente sviluppati, ma spesso seguono più l'onda del profitto che quella della vita secondo la sua origine,  incagliandosi in aridi deserti dove i miraggi divengono per questi la vera esistenza.

Il fine di questo manuale è quello di produrre i propri rimedi o per lo meno quello di conoscere i principi sul quale  il metodo si basa.

Per produrre i nostri rimedi non sarà necessario costruirci un laboratorio alchemico, ma sarà sufficiente  utilizzare degli strumenti che tutti abbiamo a portata di mano, come vasi di vetro, un mortaio, un piccolo torchio da frutta, una pentola possibilmente di ghisa, delle bottiglie per conservare i  preparati.

Ciò perché nell'operare coinvolgeremo non solo la natura, ma anche tutto il nostro essere, la nostra conoscenza che progressivamente si dischiuderà, man mano che conosceremo veramente noi stessi progredendo sempre di più verso quel centro immanente, quell'origine che in noi genera e sostiene realmente la vita.

Cosa utilizzeremo allora come laboratorio? Solamente l’essenziale, cioè noi stessi e la natura con il suo ritmo diurno del Sole e la forza della Luna che determinano l’espansione e la contrazione, l'unione e la separazione dei principi delle sostanze ma  soprattutto la nostra consapevolezza di operare in modo armonico con i ritmi della vita stessa, seguendone le leggi.

Infatti ritengo che l'essere umano è un essere microcosmico, con al centro un sole ai nostri occhi invisibile, dal quale emanano le sue linee di forza costitutive, in armonico rapporto con il macrocosmo, non separato da nulla.

Il nostro corpo, figlio di questa terra, a immagine del cosmo, permette alla nostra personalità di vivere  prima in questo aspetto poi quando si dissolverà negli aspetti invisibili  della natura.

La nostra personalità manifestata attraverso il corpo, possiede quattro aspetti: quello fisico , quello eterico, quello astrale e quello mentale.

Se guardassimo con altri occhi l'essere umano potremmo vedere non solo l'alone luminescente che attornia il nostro corpo, che sovente viene chiamato corpo vitale,  ma un vero e proprio corpo luminoso simile all'acqua dove la luce riverbera i suoi riflessi, come lo specchio di un mare calmo la mattina.

 

Questo corpo solare insuffla l'energia negli atomi di materia densa. In alto sopra e sulla testa dell'essere umano un'aurea blu, quasi come una spirale che si sfuma sotto le spalle: il corpo mentale. Un' ampolla della consistenza del fuoco e mutevole come esso a forma di uovo di un colore arancione rossastro ci penetra e ci circonda più ampia del nostro corpo. Per terminare un'altra sfera radiante di luce bianca a volte con raggi dei colori dell'arcobaleno, che li muta a seconda dell'umore ci avvolge. Questa sfera si espande e si contrae: è il nostro campo di respirazione.

Zona fortemente magnetica a volte di soli due o tre metri di diametro altre volte di parecchi metri, a seconda del tipo di personalità che incarna. In tale campo di respirazione l'essere incontra  intimamente, anche se sovente in modo incosciente, ogni forma di vita di questa natura.

Seppur chiusi nei cerchi dei nostri pensieri, delle nostre preoccupazioni, delle nostre abitudini, a causa della nostra vita in comune, ci penetriamo l'un l'altro scambiandoci sensazioni, impressioni, le più svariate.

Anche se manteniamo una certa distanza tra i corpi fisici i nostri campi di respirazione si scambiano continue impressioni, sia positive che negative, connettendosi tra loro a seconda del tipo di pensieri o di desideri che emanano dal nostro essere.

Noi non respiriamo solo aria, ma anche forze di luce veicolate in essa, ed anche pensieri ed emozioni altrui perché affini al nostro stato di coscienza, causando in questa sfera magnetica, un abbassamento o un innalzamento dello stato vibrazionale dell'essere che siamo. Noi proviamo tutto ciò come emozioni contrastanti, stati di umore, altalenanti che in certe persone molto sensibili possono generare malesseri di natura “nervosa”.

Generalmente si crede che le malattie siano esterne a noi.

In parte a causa dell'ereditarietà karmica i nostri antenati oltre a tanti aspetti positivi ci lasciano come semi eterici una serie di malanni.

Da un'altra parte questi semi li accumuliamo in noi mediante la nostra esistenza, lo stato dei nostri pensieri ed emozioni.

Semi che alla prima occasione, quando trovano il terreno favorevole, sostenuti dalla forza del sole e della luna germogliano nel nostro essere, proprio come le sementi gettate nel campo,  manifestandosi come patologie nel corpo, causando squilibri, dunque alterazioni nel nostro organismo.

Naturalmente il corpo con la sua personalità, ed in modo istintivo,  cercherà al più presto di ricomporre il suo equilibrio dinamico, cercando di risolvere il problema con i mezzi a lui a disposizione: il riposo ed il sonno e l'alimentazione.

In alcuni casi quando il sintomo prorompe violento anche nell'organismo sarebbe bene utilizzare anche rimedi. Il problema sorge particolarmente quando non si è in ascolto di se stessi, quando la paura e l'angoscia si frappone come uno schermo, tra l'essere alla ricerca dell'equilibrio perduto e il potere di guarigione presente nella natura stessa.

Il malanno infatti non vuole mai essere una punizione ma cerca di comunicare alla nostra coscienza un problema, una disarmonia che sovente è causata solo dalla nostra volontà di perseguire scopi non consoni alla nostra vita.

Dunque l'essere più profondo cerca di comunicare con la nostra coscienza affinché comprenda che è bene modificare la rotta...Intraprendendo il percorso di guarigione.

Infatti questo può incominciare nel momento in cui permettiamo alle forze di guarigione di operare in noi, arrendendoci in modo positivo alla situazione, allontanando in modo consapevole la paura, l'ansia e cessando di utilizzare rimedi più velenosi della malattia stessa,

che ostacolerebbero fortemente il processo di riequilibrio del corpo. 

Allo stesso modo che ogni notte ci abbandoniamo a Morfeo lasciandoci prendere dal sonno, così dovremmo abbandonarci alla forza di guarigione che vuole operare in noi aiutando questo processo con i giusti rimedi, possibilmente naturali, senza forzare, accettando la malattia come il linguaggio del corpo che ci espone una certa possibilità.  

Noi a causa dell' educazione ricevuta, allontaniamo l'idea della morte, della malattia e soprattutto della vecchiaia, perché spaventati da questi avvenimenti ingestibili, dalla nostra mente raziocinante che vorrebbe il controllo su tutto. La paura deriva dal fatto che tali eventi potrebbero determinare la fine della nostra vita, ciò a causa della mancanza di conoscenza di come è costituita effettivamente la natura e l'essere umano. Per la maggioranza delle persone che non conoscono, la morte è sintomo di un buio profondo, orrendo baratro e fine di tutto.

Dico fine di tutto perché la morte anche per chi dice che ha “fede”, a volte, per puro terrore dell'ignoto, dona tutto o parte delle sue sostanze a certi enti religiosi, come a volersi pagare la sua presunta vita eterna... Altre volte c'è chi diviene improvvisamente praticante e devoto, magari dopo una vita tuttaltro che religiosa, per salvare di sé almeno l'anima.

Altri divengono carichi di astio verso la vita che li ha consumati divenendo nel letto di morte delle maschere di odio dove la morte nelle loro spoglie rigide scolpisce l'espressione dell'attaccamento, dell'insoddisfazione, della bigliosità, nei confronti del mondo intero e di chi ancora non è trapassato.

Per fortuna però c'è anche chi, quando trapassa, assume una postura rilassata, il viso composto quasi come un sorriso. Questi sovente sono coloro che hanno vissuto semplicemente, che hanno  accettando i disegni che l'umana esistenza gli offriva, cercando di seguire “in modo semplice” il mandato che dalla nascita, la vita gli aveva donato, scoprendolo, seguendolo a prescindere da quello che gli altri proponevano.

La morte è dunque un aspetto inscindibile della nostra vita, germe che ereditiamo alla nascita, e che ci portiamo seco coltivandolo sia se viviamo seguendo lo scopo che è in noi, che se siamo semplicemente vissuti dalla nostra vita, dai nostri automatismi dal voler perseguire uno scopo che in realtà non ci appartiene.

La differenza però non sta solo in un volto composto in un sorriso ma che chi segue il fine ed il senso della sua esistenza, in modo coerente secondo il proprio mandato può affrontare tutto il periodo che è determinato dalla morte, molto più consapevolmente ed attivamente. Infatti il periodo che noi chiamiamo morte è sicuramente la parte più lunga della nostra esistenza microcosmica, in una serie di “luoghi” che andremo ad abitare per preparare l'incarnazione che verrà, collaborando con quelle entità che sostengono la vita nei loro molteplici aspetti.

Ciò che si incarnerà nuovamente nella materia non sarà certo la personalità  precedente ma il microcosmo, svuotato quasi completamente della vecchia personalità, l'unica parte che rimane di essa infatti è una sorta di registrazione, paragonabile ad un punto luminoso, ad una “stella”. Questa registrazione della vita della personalità precedente, arricchisce di un esperienza in più il microcosmo ormai vuoto, in modo da potersi incarnare in un nuovo corpo a lui “vibratoriamente” confacente in maniera da continuare il suo percorso di sviluppo e di crescita in questo aspetto della natura, fino a quando, una personalità non scoprirà finalmente il segreto che in noi tutti è nascosto, potendo far terminare il suo peregrinare materiale fondendosi, trasformato, nell'Uno che è la vera origine dell'Essere.

Tale essere umano che ha causa della sua scoperta ha potuto attraverso un certo cammino di iniziazione (una vera e propria Alchimia interiore) trasmutare la propria personalità reintegrando l'Essere Originale, si può dire di esso  che in vita ha portato a termine ciò che ritengo il compito di ogni uomo o donna al quale prima o poi verrà confrontato.

Tale essere umano così trasformato diviene partecipe del piano del Creatore aprendosi alla sua conoscenza.

Questo argomento è per sua natura molto complesso, ma se ci ascoltassimo, credo che potremmo percepirne il richiamo atavico, ci potrebbe portare ad una visione del tutto nuova della nostra vita. A questo proposito lo stesso Paracelso quando si riferiva ai  medici diceva che non era possibile essere tale se oltre all'anatomia, ai rimedi, non si conoscevano gli astri e soprattutto Dio, dato che in lui vi era l'origine delle malattie e di conseguenza delle cure.

Con astri non intendeva infatti solo le stelle ma quel firmamento interiore che nel corso delle reincarnazioni via, via, si è formato nel cielo microcosmico che è pura esperienza, portando a manifestare nell'essere prima una profonda coscienza per la ricerca del vero, ed in seguito un vero e proprio ricordo, una reminiscenza, come la definiva Platone, portandoci ad una visione molto differente sulla nostra vita.

Credo sia fondamentale conoscere queste cose non in senso di superstizione, o solamente per aver letto qualche cosa sui vari libri, ma per averne fatto esperienza diretta e ciò è possibile solo se si conosce realmente le profondità dell'essere umano.

Solo così si potrà avere quella conoscenza diretta, non teorica, che ci conduce verso l'anatomia, colui che sa ascoltare il proprio organismo, l'astrologia (astrosofia) colui che riesce a cogliere il firmamento astrale interiore connesso a quello zodiacale macrocosmico che governa la crescita del corpo, ed infine il firmamento interiore  originale che ci rivela  Dio, a causa della trasformazione alchemica che l'essere posto in un cammino iniziatico compie.

Giordano Bruno descrive Dio come quella sfera infinita il cui centro è in ogni luogo mentre la circonferenza in nessuno. 

Ogni cosa ha una sua origine, nulla si può creare senza un'origine.

Il macrocosmo stesso che si espande e si contrae come un unico corpo ruota attorno ad un centro di gravità.

Gli antichi chiamavano questo centro Vulcano il Sole Trascendete, dal quale l' idea di ogni cosa era scaturita e sostenuta mediante i sette cosmocrati e le dodici potenze. In noi in quanto esseri microcosmici vigono gli stessi principi del macrocosmo che dovremmo riconoscere e attraverso di essi incamminarci seguendo quella “Voce del Silenzio” che ci chiama continuamente per svelare al nostro essere trasmutato i suoi segreti.

E' su questa base che dovremmo muoverci per intraprendere la via alchemico Spagyrica che ci porterà a comporre i nostri rimedi in modo del tutto “semplice”, oltrepassando i dogmi ed i maestri esteriori per rapportarci unicamente con l'Uno interiore vero Maestro dell'Opera. 

Infatti partendo da tale centro ogni cosa è possibile. 

Il mondo vegetale essendo l'espressione della parte eterica del nostro pianeta porta in sé delle combinazioni di elementi più o meno complesse che potremmo definire dei veri e propri talismani nominati nel linguaggio alchemico “ signature”.

Cioè dei nuclei energetici legati particolarmente al cosmo e vivificati secondo le forze Zodiacali.

Se guardassimo con altri occhi il mondo vegetale lo vedremmo intimamente immerso nella terra, emanazione della sua anima, espressione dell'eterico. I vegetali possiedono infatti un corpo fisico fortemente terreno in cui sovente ospitano gli elementali addetti allo sviluppo della natura,  ma nel cristallo vibrante dell'eterico potremmo notare una o più concrezioni di dimensioni diverse di un puro colore pulsante, intenso e sfavillante: la signatura presente in essi, il legame con uno o più dei sette pianeti è dunque una realtà eterica e fisica. 

Il vegetale manifesta determinate caratteristiche conducibili a certe energie planetarie.

La malattia porta squilibrio al corpo e a determinati suoi organi che anch'essi sono legati a livello energetico a  determinate forze che simbolicamente le rappresentiamo con i sette pianeti ( Saturno, Giove, Venere, Sole, Mercurio Luna, Marte), e con altri tre elementi che sono “Solfo, Mercurio, Sale”.

Utilizzando il mondo vegetale, quello minerale (che qui non prendiamo in esame), estraendo se è possibile con un metodo alchemico – Spagiryco gli elementi costitutivi della pianta e la sua essenza archetipa o “ signatura”, rendendola potabile cioè assimilabile,  in molti casi la guarigione del nostro corpo sarà veloce ed armonica, in quanto gli organi interessati si riequilibreranno connettendosi a tale forza di creazione.

Gli esseri umani vegetariani, un po più attenti all'alimentazione, generalmente rispondono meglio a tali rimedi di chi si nutre in malo modo utilizzando alimenti scadenti.

Termino dicendo che l'essere umano è veramente quell'entità universale che noi a causa della nostra mancanza di conoscenza diretta l'abbiamo relegato nella gabbia dei nostri modelli sociali e dei nostri automatismi facendolo divenire una caricatura di sé stesso, mentre è lo strumento che l'Uno ha creato per ricondurci a Lui. Non importa se attraverso una via alchemica o di altro genere ma ciò che auguro è che si possa ridestare in noi il ricordo della nostra origine, e che nella condivisione, attraverso tale richiamo, possiamo incamminarci nella via dell'Amore, della Comprensione e dell'Azione  che ci riporterà  verso il Vero essere celato in noi.

 

 

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