Renzi e Benigni sono stati invitati a cena da Obama prima che lui e Michelle facciano le valigie. Una specie di ultima cena.
Renzi, Benigni, e qualche altro sono partiti con l’aereo di stato, convinti di partecipare ad una cena intima, nel corso della quale avrebbero potuto intrattenersi a lungo in affettuoso colloquio con il presidente nero.
Forse non avevano tanta acquolina in bocca, perché erano stati avvertiti dai servizi segreti italiani, collegati alla CIA, che la cena sarebbe stata a base di ortaggi. Quelli che, coltivati con le sue mani da Michelle, nell’orto della Casa Bianca, dovevano essere smaltiti prima dello sfratto.
Renzi e Benigni sapevano che in cambio della “lauta” cena, Il buon Obama, premio Nobel per la pace dei popoli, avrebbe loro chiesto una contropartita. Quella di inviare qualche soldato italiano, in luogo di qualche soldato americano nei vari teatri di guerra, aperti in passato proprio dagli USA.
Un sì di Obama alle riforme renziane ed una cena di gala in cambio del sacrificio di militari italiani.
Rai, Mediaset e tutti i grandi quotidiani schierati con Renzi avevano fatto sognare gli italiani, raccontando per giorni di una cena intima tra Barack Obama e Matteo Renzi accompagnati dalle due first ladyes, addobbate dai più grandi sarti del mondo. Una cena davanti ad un caminetto, dove i due grandi statisti potevano scambiarsi effusioni e confidenze.
La sorpresa per Renzi, per Benigni, travestito con un brutto smoking, ed anche per Armani, Bebe Vio, la sindaca di Lampedusa ed altri, fu quando presero atto che la cena non aveva proprio nulla di intimo.
Gli invitati erano infatti ben 375 (trecentosettantacinque).
Impossibile per Benigni, in mezzo a quella folla, mettere in atto il piano concordato con Renzi: prendere in braccio Obama.
Ma i giornali italiani non si sono persi d’animo.
La Stampa di Torino, in prima pagina, annuncia esultante che il suo Matteo ora giunge a Bruxelles, QUALE POTENZIALE SALVATORE DELL’EUROPA. E prosegue scrivendo che ora “Matteo Renzi potrebbe godersi il successo (?), magari far capire perché il presidente degli Stati Uniti è stato così generoso con lui….”
Ed ancora, che il Matteo “non può che compiacersi per il rapporto straordinario allacciato con Obama, e per il risultato politico TECNICAMENTE INCREDIBILE determinato dall’accoglienza che Obama gli ha riservato.”
Era dai tempi del “FRANGAR NON FLECTAR” che La Stampa di Torino ed il coro degli altri giornali della trimurti (Corriere e Repubblica) non manifestavano tanto entusiasmo per un uomo.