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Regione Piemonte. Lasciateci parlare la nostra lingua: Il Piemontese!
Seduta storica ieri al Consiglio regionale del Piemonte
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Dopo anni di proposte e d’insistenze, promosse in particolare dalla Lega Nord e da consiglieri del PD, l’Assemblea ha approvato il testo unificato delle proposte di legge n. 40 e n. 64 di modifica della legge regionale n. 11/09, Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte

Il provvedimento si propone di superare e migliorare la legge precedente, il cui articolo 1, nel 2010, era stato dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale e di permettere alla Regione, nel rispetto della Costituzione e dello Statuto del Piemonte, di “valorizzare e promuovere, nei limiti delle proprie competenze, il patrimonio linguistico e culturale piemontese, nonché quello delle minoranze occitana, franco - provenzale, francese e walzer, incentivandone la conoscenza”.

«Siamo al paradosso che lo Stato ci impedisce di riconoscere la dignità della nostra lingua – osserva Gianna Gancia, presidente del gruppo Lega Nord in Consiglio regionale, quando nessuno oserebbe mettere in discussione i diritti di qualsiasi altra lingua straniera parlata in Piemonte. E’ stato veramente mortificante doversi adeguare all’arroganza del centralismo statale, ma quello di oggi è soltanto il primo passo per restituire al piemontese la dignità che gli è stata negata».

Anche il consigliere della Lega Nord Alessandro Benvenuto si è associato esprimendo ”soddisfazione per essere riusciti ad imporre all’attenzione del Consiglio l’importanza del patrimonio linguistico della nostra regione”

Così, dopo il sopruso romano, “la regione, conclude Gianna Gancia,  ha migliorato e semplificato diversi aspetti operativi che non risultavano particolarmente snelli ed agevoli, identificando con maggiore precisione gli strumenti di intervento diretti e di partenariato”

In particolare nel testo viene ribadito l’impegno a promuovere una serie d’interventi - attraverso la programmazione e la realizzazione in proprio, in partenariato o con l’assegnazione di contributi a enti terzi, le misure idonee a   conservare e valorizzare il patrimonio storico e linguistico piemontese, con particolare riguardo alla toponomastica, alle ricchezze artistiche e architettoniche, alla vita religiosa, alle usanze, ai costumi, all’ambiente naturale e antropizzato.

Si prevede inoltre di sostenere attività culturali, iniziative ed eventi per la conoscenza, la valorizzazione, la promozione, l’uso e la fruizione della lingua piemontese e le creazioni artistiche, teatrali, musicali, letterarie e cinematografiche sia sotto il profilo del riconoscimento della tradizione culturale sia come impulso per nuove realizzazioni legate al contesto contemporaneo.

Così gli enti locali potranno introdurre progressivamente, accanto alla lingua italiana, l’utilizzo del piemontese in tutte le sue varianti nei propri uffici e in quelli dell’amministrazione regionale presenti sul territorio. Non si trascura la formazione prevedendo l’insegnamento della cultura linguistica piemontese, anche attraverso corsi di formazione e di aggiornamento per gli insegnanti e corsi facoltativi per la popolazione.

S’incentiverà, anche attraverso forme di collaborazione con gli atenei e associazioni e centri culturali qualificati, la ricerca storica e scientifica, con l’istituzione di borse di studio per tesi di laurea anche con il sostegno di forme di collaborazione e scambi culturali con altre comunità che presentano elementi di affinità e condivisione linguistica anche al di fuori del territorio italiano. Ciò potrà comportare altresì la realizzazione, d’intesa con le emittenti pubbliche e private, trasmissioni culturali finalizzate.

Viene inoltre istituita una Consulta permanente per la valorizzazione e la promozione del patrimonio linguistico nominata dal presidente della Giunta e composta dal presidente medesimo, da tre consiglieri regionali, di cui uno espressione delle minoranze, e cinque esperti in materia. La Giunta regionale, previo parere della Consulta e della Commissione consiliare competente, approverà, con cadenza triennale il programma di attività e le linee d’indirizzo e riconosce come Festa del Piemonte le ricorrenze che favoriscono la conoscenza della storia della regione, ne illustrano i valori di cultura, costume, civismo e valorizzazione linguistica.  

Le premesse ci sono, ma non vorremo che si trattasse del libro dei sogni. D’altronde in Piemonte vi sono numerose associazioni ed Enti che, con mezzi risicati, ma con competenza, disponibilità ed abnegazione, già s’impegnano per diffondere la nostra cultura e la nostra lingua. Ci auguriamo che  il Consiglio regionale, nella ricerca di esperti e membri della consulta, e nella stesura di programmi d’intervento e determinazione delle priorità, intenda fattivamente valorizzare queste realtà coinvolgendo gli studiosi che da anni collaborano a diffondere la nostra cultura.

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