Dalle prime ore di mercoledì 24, le notizie via via più allarmanti del sisma che colpisce la fascia dell’Italia centrale tra le Marche e il Lazio, si diffonde in un baleno. I nomi di Amatrice, Arquata del Tronto e Accumuli risuonano ripetutamente alle orecchie degli italiani, con il numero in crescita delle vittime ad ogni bollettino. Non si fermano le ulteriori scosse ed i crolli di parte degli edifici si susseguono.
Si profila stamane il consuntivo della tragedia: il numero non definitivo dei morti va oltre i 290, circa 400 i feriti, 240 le persone salvate e 2500 quelle che hanno perso la casa. Gli scavi stanno appena iniziando e si teme, a ragione che le vittime risulteranno ben più numerose.
E’ poi seguita ed è tutt’ora in corso, l’escalation delle iniziative positive. La solidarietà autentica degli italiani che si organizzano per l’invio di aiuti e la raccolta fondi. I volontari pronti a soccorrere, scavare, aiutare in ogni modo continuano a mobilitarsi in attesa d’indicazioni utili.
La Protezione Civile, i Carabinieri, Vigili del Fuoco, Croce Rossa e medici e infermieri degli ospedali delle zone colpite dalla disgrazia, non si attengono all’orario di lavoro, ma si stanno prodigando con abnegazione e non limitano gli sforzi.
Purtroppo è una cronaca che oltre alle reminiscenze scolastiche abbiamo ormai vissuto ripetutamente da decenni.
La terra trema, ma pure i corsi d’acqua esondano, le slavine seppelliscono paesi e abitazioni e le vittime non si risparmiano. Si piange e poi tutto continua come niente fosse.
I geologi ci ripetono la lezione che oramai anche i sassi hanno imparato a memoria. Gran parte dell’Italia è terra ballerina. Periodicamente dovremo abituarci a contare i danni e le vittime. Però ci potrebbero essere dei rimedi.
E’ bene ricordare, per riferirci anche agli altri rischi o meglio alle vendette della natura violentata dall’uomo, che è stato redatto, nel corso degli anni, dai molti governi che si sono succeduti, un piano d’opere pubbliche indispensabili per la difesa idrogeologica del suolo, ma purtroppo s’impolvera negli scaffali ministeriali.
E’ l’Italia con le sue contraddizioni. Si impostano molte opere inutili e clientelari, ma poi non esistono fondi per le azioni indispensabili.
Com’è noto, la nostra classe politica indecente, campa di polemiche, di aria fritta e non si cura del Bene Comune.
Importanti disposizioni di legge risultano inapplicabili a causa degli annosi ritardi nell’emanazione di norme attuative in materia di costruzioni e altri interventi di sicurezza.
In taluni casi, quelle emanate sono contorte e contradditorie, redatte in modo incomprensibile, con il risultato che divengono ugualmente inapplicabili e generano richieste di chiarimento e d’interpretazione, molte volte inevase.
Ma nelle opache commissioni del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, responsabili di questa situazione, nessun Ministro si è mai degnato d’indagare sul perché dei colpevoli ritardi e del cattivo funzionamento.
La prevenzione del rischio sismico, oltre ad attenuare il numero delle vittime, costerebbe di gran lunga meno degli interventi successivi, a volte truffaldini, di riparazione e di ricostruzione di paesi e città, dopo i disastri. Infatti in limitate zone dell’Umbria coinvolte da questo sisma, i danni sono stati limitati, perché qualcuno ci aveva pensato, con interventi preventivi.
Man mano che i soccorritori si accostano agli edifici, stanno anche emergendo le cause di non pochi crolli. La vetustà delle costruzioni certamente, ma quel che più è grave riguarda scuole e locali pubblici. Anche in questo territorio, molti edifici sono stati costruiti o ristrutturati senza il rispetto delle norme antisismiche e delle corrette tecniche edilizie, nonostante precedenti scosse registrate negli anni. Le procura di Rieti ha già aperto un unico fascicolo con l’ipotesi di reato di disastro colposo.
Queste negligenze, non di certo disinteressate, a prescindere dalla tragedia di questi giorni, provocano vittime ed colpiscono in particolare bambini.
Il Presidente del Consiglio si è impegnato, con immediati stanziamenti, a soccorrere i senza tetto e garantire il ripristino di situazione di vivibilità per la popolazione colpita dal sisma. Non dubitiamo della sua buona fede, così pure sulla concreta solidarietà manifestata da molti Paesi.
A prescindere dalle contingenze politiche, abbiamo già vissuto altre stagioni. Solidali dichiarazioni di facciata da parte dei governi, con i risultati tristemente noti, compresi gli oneri perenni a carico dell’intera nazione. Ancora oggi vivono in prefabbricati fatiscenti le vittime di eventi sismici verificatosi negli anni 80 del secolo scorso.
Manca la vigilanza fattiva e puntuale sugli interventi di ricostruzione che affondano nel pantano della burocrazia o sono affidate a lestofanti, molto vicini a esponenti politici, che speculano sul dolore e non procedono con i lavori indispensabili.
Renzi s’impegnerà a mutare questi percorsi vergognosi? La sua maggioranza glielo consentirà?
L’intervento, a costo zero che il Governo dovrebbe adottare nei prossimi giorni potrebbe consistere invece nell’approvazione, con decreto legge, di norme chiare e inoppugnabili che prevedano il licenziamento per giusta causa o la decadenza dalle cariche dei dirigenti pubblici e amministratori degli enti competenti (incluse province e Regioni) che hanno autorizzato opere pubbliche in violazione delle vigenti norme di sicurezza o non hanno vigilato sulle caratteristiche dei progetti.
La politica, in moltissime occasione ignorando gli sprechi e le spese inutili e clientelari, ha sempre sostenuto di non disporre dei mezzi per interventi estesi e capillari sul territorio.
Ma, su opere specifiche realizzate o in via di attuazione non ci possono essere attenuanti. Oggi, come a tutti è noto, ogni intervento è sottoposto ad infiniti controlli che spaziano dalla caratteristiche architettoniche, il rispetto di norme ecologiche e d’impatto ambientale, la sicurezza, ecc.
I burocrati, o alcuni di loro, per negligenza, ignoranza o peggio, per interesse privato, hanno autorizzato la costruzione di edifici in dispregio alle norme di sicurezza, causando vittime innocenti.
Non debbono esserci attenuanti di sorta! In altri Paesi ove il Diritto trova cittadinanza, il funzionario pubblico inadempiente o ladro, viene licenziato, senza riconoscimento di attenuanti o corresponsione di alimenti, contributi ecc.
Noi stiamo dalla parte delle vittime innocenti, delle famiglie che hanno perso i figli. Non di certo a fianco dei lazzaroni che usurpano ruoli pubblici, difesi oltretutto dai sindacati parassitari.
Ai tempi dell’Impero Austro Ungarico il burocrate era additato come esempio per onestà e professionalità.
In Italia invece il funzionario pubblico è considerato peggio di un malavitoso. Scansafatiche, pelandrone, presuntuoso, scostante, superficiale, avulso dalla realtà e in molti casi, disonesto, è ciò che emerge ogni giorno dalle cronache e dalle sentenze della magistratura, ma soprattutto è presente nella considerazione degli Italiani.
Civico20 News, non fa parte del coro degli evirati cantori. Noi conserviamo con orgoglio il senso dello Stato, nella concezione Ciceroniana, molto lontano dalla cloaca che ci tocca descrivere.
C’impegniamo a seguire lo svolgersi delle vicende. Dalla effettiva portata dei provvedimenti di Renzi, alle indagini della Magistratura, ai nomi dei veri responsabili, alle colpose indecenze di burocrati corrotti e incapaci.
Senza eccezione alcuna!
Francesco Rossa
Direttore Editoriale
Civico20News.it