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L' "Earth Overshoot Day" 2016 e l'impronta ecologica dell'uomo sul suo Pianeta.
Come smettere di divorare la nostra unica casa?
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L'8 agosto è stato l'Earth Overshoot Day del 2016 e cioè, il giorno in cui la popolazione mondiale ha già sfruttato tutte le risorse naturali che il pianeta terra rinnova ogni anno in termini di cibo, animali soprattutto pescati, acqua e alberi, così da attingere a quelle dell'anno a venire.

Sono dati forniti dal Global Footprint Network, un'autorevole organizzazione di ricerca internazionale che calcola la sostenibilità del pianeta in rapporto all'impronta ecologica degli Stati del mondo, ma non è certo l'unica fonte.


È casistica acquisita che deriva dagli anni 60, tempo in cui 'Earth Overshoot Day, ha aumentato progressivamente il debito dell'uomo nei confronti di un ipotetico, naturale "Pil" del pianeta fino a superarlo, e da allora il debito si è andato ad accumulare.

La giornata dell’Earth Overshoot Day, nel 2015 è stata "celebrata" il 20 agosto, nell'anno 2000 fu il 29 settembre. L'accelerazione è costante.


L'impronta degli stati 


Poiché la deforestazione non è compensata da nuove piantagioni di alto fusto e l'uomo emette nell'atmosfera più CO2 di quanto possa essere riconvertita in ossigeno anche dagli oceani, l'inquinamento e l'effetto serra non hanno condizioni per invertire la loro nefasta progressione. La temperatura aumenta, i ghiacci si sciolgono, il clima cambia, la siccità avanza. Cose che si sanno, ma cosa si fa per arginare? Il saccheggio delle aree pescose inoltre, non conosce sosta e la riproduzione delle specie ittiche prosegue verso l'estinzione, mentre il sempre maggiore impatto degli allevamenti intensivi di animali da macello contribuisce anch'esso, e in varie forme, a stressare l'azione auto correttiva della nostra casa: la Terra.


Tutto questo è un non senso di cui l'essere umano è a conoscenza, ma sembra non voler affrontare concretamente il problema, modificando il proprio stile di vita nell'emisfero occidentale e affrontando seriamente la sovrapopolazione nelle aree più disagiate del globo.

Il teorema è semplice: stando alle date e ai dati dei consumi, oggi per soddisfare la domanda umana servirebbe un pianeta Terra 1,6 volte più grande o altrettanto produttivo.

 

Esattamente un anno or sono, sulle pagine di questa medesima testata, lo stesso autore pubblicava

un articolo di riferimento al quale rifarsi per confrontare sviluppo e cause dell’'Earth Overshoot Day,

 

Il quadro della situazione: Earth Overshoot Day. 

L'anno del non ritorno è stato individuato nel 2050, ma fino a oggi l'azione più incisiva sembra essere stata la realizzazione di realistici e descrittivi documentari, così che si sappia di che male dobbiamo morire, addossandocene ogni colpa. (Vedi strategia della manipolazione mediatica)

 

http://www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=17082

Il taglio della CO2 è l'obiettivo primario dell'accordo internazionale sul clima siglato a Parigi nel dicembre 2015. Un obiettivo che, non soltanto per il Global Footprint Network, richiede di trovare un nuovo sistema di sviluppo controllato ecocompatibile, raggiungibile con nuove tecnologie disponibili quindi, anche economicamente vantaggioso.

La voce "economicamente" però, è un avverbio abusato quanto insufficiente nel suo essere applicato a dei problemi di sopravvivenza di tale portata.

Non può esistere un movimento di radicale cambiamento a livello mondiale se il concetto di cambiamento è visto in termini economici senza essere abbinato al sostantivo "cultura" e ad un altro avverbio: "coscientemente".

Così come, sottolinea anche l'organizzazione, soltanto avendo coscienza di massa nell'essere complici dell'immane saccheggio delle risorse di questo unico pianeta in cui prospera la vita, può indurre alla speranza. Non la lentezza dei governi e dei loro interessi macroeconomici, ma la coscienza delle singole persone potrà risultare decisiva per l'avvento di una nuova era, quella di un più consono modello di vita.

Non è un obiettivo irraggiungibile, ma arduo si. Indispensabile sarebbe il compito di un'informazione da parte degli organi impegnati nella comunicazione tra le cose del mondo e la sua popolazione, oggi assorbiti da ben altra cronaca e in gran parte instradarti (come sempre) dalle occulte mani di chi tira le fila del potere.


In una giusta direzione è nata la campagna #pledgefortheplanet, impegnati per il pianeta, in cui si invitano i cittadini a scegliere un impegno - dal ridurre il consumo di carta all'organizzare una cena 'veg' tra amici - da condividere sui social media con un selfie che lo testimonia. Una blanda aspirina, un gioco educativo che è pur meglio di niente.


Buoni e morigerati consumi a tutti dunque, a grandi e piccini! Ma anche un invito ad una coscienza critica, a una maggiore conoscenza sui principi fondamentali della vita.

È vero che la coscienza pian piano avanza, il 22 aprile è stato dichiarato l’Earth Day, quasi come quello dopo non dovesse esserlo più, perché tutto il resto incalza! Chissà in quale giorno cadrà l’Earth Overshoot Day nell'anno che verrà?

 

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