Un Milan tutt’altro che irresistibile ha avuto ragione di un Toro dalla fisionomia ancora tutta da decifrare. La sconfitta per 3 - 2 patita contro i rossoneri non può essere attribuita solo alla sfortuna, pensando agli infortuni di Iago e di quel fuoriclasse che è Ljajić, ma è nata essenzialmente da un’insufficiente intelaiatura della squadra, che necessita di improrogabili aggiustamenti per essere completata.
Il Tecnico della Roma, Spalletti, vorrebbe che il mercato fosse già finito per non rischiare di perdere qualche giocatore cui tiene molto; il sottoscritto ritiene più logico che il campionato iniziasse dopo la chiusura del mercato. Che senso ha, infatti, vedere giocare Tizio nella propria squadra, e la settimana successiva averlo come avversario?
Per il Toro, è meglio che il mercato non sia ancora chiuso perché la Società granata sa che deve ancora intervenire per acquistare quelle due/tre pedine che servono a Mihajlovic per rendere la squadra competitiva.
E’ vero che il Torino ha acquistato in questa sessione di mercato diversi giocatori, ma non possiamo basarci sul melius est abundare quam deficere, se poi l’ossatura della squadra manca di qualità. Contro il Milan, l’assenza di tre campioni come Glik, Bruno Peres, e l’ormai svanito Maksimovic, è stata fronteggiata da Rossettini e De Silvestri, arrivati da poco, e quindi ancora poco inseriti negli ingranaggi della squadra.
Se poi si considera che Moretti è stato lontanissimo parente di quello visto giocare nel campionato scorso, e che Molinaro si è fatto perdonare solo parzialmente l’errore che ha dato il via al primo gol di Bacca, mettendo in area un cross al bacio per il momentaneo pareggio di “Gallo” Belotti, allora si capisce perché la difesa granata deve fare mea culpa.
Mihajlovic ha schierato a centrocampo la vecchia guardia, con Obi, Vives e Acquah, quest’ultimo il migliore dei tre per corsa e forza fisica, ma di cui conosciamo i limiti tecnici. L’ingresso di Baselli e il cambio di modulo con un coraggioso 4-2-4, ha consentito al Toro d’accorciare le distanze e “rischiare” di pervenire al pareggio se Belotti non si fosse fatto parare da Gigio Donnarumma, all’ultimo secondo del recupero, il rigore, invero calciato con poca convinzione, da lui stesso procurato.
In ogni caso il gol di testa del “Gallo” è stato di pregevole fattura, da goleador vero; inoltre Belotti è un giocatore che non si tira mai indietro, ed è lecito pensare che il nuovo C.T. della Nazionale, quel Giampiero Ventura che è stato il Tecnico del Toro per un quinquennio, lo convochi per il prossimo impegno degli Azzurri. Martinez è stato impalpabile, e Maxi Lopez, dopo un rasoterra che avrebbe potuto insaccarsi nell’angolo basso, non ha prodotto nulla più. Il giovane argentino Boyè ha dimostrato di possedere una buona tecnica, ma è parso troppo innamorato del pallone; gl’insegnamenti di Sinisa lo faranno maturare.
Se un appunto si vuole fare a Mihajlovic è quello d’aver tenuto in panchina, in partenza, Baselli, che dopo 10 mesi è tornato al gol ed ha dimostrato di avere più verve, rispetto allo scorso campionato.
E’ campionato d’agosto, d’accordo, ma i punti incominciano a contare. Vorremmo che la Società desse a Sinisa quei calciatori che servono al Toro per diventare una squadra competitiva, perché, lo ripetiamo da tempo, i granata, per blasone e Storia, meritano d’occupare una posizione in classifica, che consenta loro, nuovamente, di tornare in Europa.