Terza calamità. Indegnità.
L’indegnità nasce dal senso di inadeguatezza presentito e percepito interiormente come persona, come entità vivente.
Con l’indegnità siamo convinti di essere insignificanti sia per chi ci sta vicino che per il mondo.
La frase tipica di chi soffre di questa anomalia emozionale in amore è: “non mi merito il tuo amore”. Anzi.
La persona in questione è così convinta di non meritare l’amore di nessuno che entra nell’illusione di essere presa in giro se qualcuno gli manifesta interesse. Quando il virus dell’indegnità ci colpisce non riconosciamo più un gesto vero da uno falso.
Ecco un esempio:
“Sai tu mi piaci. Ogni volta che ti vedo mi sento qualcosa dentro di strano. Che ne dici se una sera di queste uscissimo insieme?”
“Hai fatto la scommessa con qualcuno?” oppure “Vuoi mortificarmi?” oppure “Credi che possa uscire una sera con te solo perché mi dici di provare qualcosa di strano?”. L’unico pensiero è: “nessuno mi può amare”. (ovvio esagero un po’ per dare più risalto ai meccanismi della mente, ma nelle sue declinazioni più o meno forti questi pensieri esistono)
La cosa peggiore è quando, ad un certo punto della relazione, siamo colpiti come un fulmine a ciel sereno da questo virus.
Chissà perché c’è sempre, come elemento di contagio, “perfidium”.
La conoscente o il conoscente che guarda caso si intrufola nella coppia “ma cosa vuole questo qua?”.
Perfidium è come l’erba: sempre più verde. Il primo sintomo del virus dell’indegnità è la gelosia. E più ci arrovelliamo nel tentativo di trovare strategie per eliminare il virus, più perfidium diviene invadente.
Già, è dovuto al fatto di essere vittime dell’idea: “io non mi merito questo amore”.
In effetti noi ci meritiamo tutti l’amore e tutti possiamo e abbiamo il diritto di riceverlo.
Ecco perché per eliminare il virus dell’indegnità e le azioni disturbanti di perfidium (ricordo che trova spazio SOLO grazie ai buchi lasciati dal nostro senso di indegnità) diviene necessario ricordare il nostro valore.
Prendere la decisione sostanziale e univoca del:
voglio essere amato per ciò che valgo o voglio essere amato per ciò che gli si aspettano da me?
Nel primo caso né ansia, né colpa, né indegnità trovano terreno fertile.
Nel secondo invece sì!!
…. continua …
Sergio Audasso Neurocounselor Psicosomatista